Le mie due nonne se ne sono andate a breve distanza l'una dall'altra: la nonna Nella (Amelia all'anagrafe, ma quel nome non le era mai piaciuto) sul finire dello scorso anno, in levità; e due notti fa la nonna Neri (che invece all'anagrafe faceva proprio Neri) ha imboccato la stessa via, da incazzata però (o almeno così me la immagino io). Il fatto è che, prima della morte, era stata la demenza a portarsele via. Paradossalmente alla nonna Nella ciò aveva regalato negli ultimi anni, dopo un periodo iniziale durissimo superato grazie soprattutto al costante impegno di mia madre, una serenità che forse non aveva mai conosciuto; alla nonna Neri invece aveva tolto tutto e le aveva lasciato solo una rabbia cieca che spesso emergeva all'improvviso verso tutti, in particolare verso mio padre che si è occupato di lei fino allo sfinimento.
A tratti io mi sento un po' un vigliacco, poiché con la decadenza della nonna Neri, con la sua rabbia non sono mai riuscito a confrontarmi. Forse perché lei era stata assai presente nella mia infanzia, nella mia adolescenza ed oltre ancora, ed io avevo in qualche modo egoisticamente sperato che lei potesse rimanere lì per sempre, a guardia di quel tempo della mia vita.
Com'era più facile nell'ultimo periodo avere a che fare con la nonna Nella che mi sorrideva, lieta, serenamente svampita e pure infinitamente saggia nel suo guardare indietro ed avanti! Con la nonna Neri invece avevo ogni volta davanti agli occhi un immagine di sofferenza, di lotta e di sconfitta...
Ho il conforto di averle viste entrambe poco prima della loro morte. Pochi giorni fa, in particolare, ero andato a trovare la nonna Neri. Non so se mi abbia riconosciuto, forse sì. Non ci siamo detti molto: le ho accarezzato a lungo la mano e lei sorrideva...
Poi ad un tratto si è rabbuiata ed ha detto "oddioddioddio...devo andare in cesso!" Io sono corso a cercare un'assistente, sono tornato e le ho detto "Ecco, adesso questa signora ti aiuta ad andare al gabinetto". E lei "Mica ci devo andare!"
"Ma lo hai detto tu un attimo fa..."
"Non è vero! Bugiardo!"
L'ho lasciata incazzata, con l'assistente che la accompagnava al bagno. E' stata l'ultima volta che l'ho vista.
A tratti io mi sento un po' un vigliacco, poiché con la decadenza della nonna Neri, con la sua rabbia non sono mai riuscito a confrontarmi. Forse perché lei era stata assai presente nella mia infanzia, nella mia adolescenza ed oltre ancora, ed io avevo in qualche modo egoisticamente sperato che lei potesse rimanere lì per sempre, a guardia di quel tempo della mia vita.
Com'era più facile nell'ultimo periodo avere a che fare con la nonna Nella che mi sorrideva, lieta, serenamente svampita e pure infinitamente saggia nel suo guardare indietro ed avanti! Con la nonna Neri invece avevo ogni volta davanti agli occhi un immagine di sofferenza, di lotta e di sconfitta...
Ho il conforto di averle viste entrambe poco prima della loro morte. Pochi giorni fa, in particolare, ero andato a trovare la nonna Neri. Non so se mi abbia riconosciuto, forse sì. Non ci siamo detti molto: le ho accarezzato a lungo la mano e lei sorrideva...
Poi ad un tratto si è rabbuiata ed ha detto "oddioddioddio...devo andare in cesso!" Io sono corso a cercare un'assistente, sono tornato e le ho detto "Ecco, adesso questa signora ti aiuta ad andare al gabinetto". E lei "Mica ci devo andare!"
"Ma lo hai detto tu un attimo fa..."
"Non è vero! Bugiardo!"
L'ho lasciata incazzata, con l'assistente che la accompagnava al bagno. E' stata l'ultima volta che l'ho vista.