"La giusta e necessaria aconfessionalità dello Stato ha finito per dissimulare, sotto l'idea di neutralità, il sostegno dello Stato a una visione del mondo che poggia sull'idea secolare e senza Dio". Queste le parole durissime dell'arcivescovo di Milano nel tradizionale Discorso alla città davanti al sindaco Pisapia. E un invito a fare un passo indietro quando si sceglie di "imporre o proibire per legge pratiche religiose" VIDEO
La mia opinione. Il "secolarismo" che Scola stigmatizza è la diretta, necessaria ed inevitabile conseguenza del principio di laicità stabilito dalla Costituzione. Ora questa sembra essere la parola "maledetta"... il babau semantico, come a lungo lo è stato "laicismo": sono state ripetute così tante volte, e con così tanta acrimonia, da preti camuffati da politici e viceversa, da finire col suonare bestemmie agli orecchi dei più. In realtà, entrambe descrivono l'indipendenza dei poteri dello Stato, non dalla morale, ma da una morale fondata su dogmi. I principi da esse sottesi tutelano non solo la libertà religiosa, ma prima ancora quella spirituale (che non ne è un sinonimo!) e su tutto, quella intellettuale di ciascun cittadino. Il conflitto tra laici e religiosi si ha soltanto quando la religione pretende di imporre i propri principi e dogmi, asserendo falsamente che non vi possa essere morale al di fuori di essi.